Alle 10.25 del 2 agosto 1980 il capoluogo emiliano è vittima di un vero e proprio dramma.

 Un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, esplode nella sala d’aspetto della seconda classe della Stazione Centrale di Bologna.

85 sono le vittime. 200 i feriti.

Decine le persone che si mobilitano per limitare i danni della strage.

Centinaia i sogni spezzati dall’esplosione.

2 agosto 1980

Strage di Bologna: le vittime, il processo, gli esecutori

Il 2 agosto 1980 il cielo del capoluogo emiliano è limpido e le temperature sono alte ma non inaffrontabili.

Le persone, stremate dagli intensi mesi lavorativi appena trascorsi si apprestano a raggiungere amici, parenti e amori partendo dalla Stazione Centrale di Bologna, da sempre uno dei maggiori nodi della rete ferroviaria nazionale.

Alle 10.25 del mattino, improvvisamente, un’esplosione – percepita nel raggio di molti chilometri – provoca il crollo di un’intera ala della stazione, investendo totalmente il treno in sosta al primo binario e il parcheggio dei taxi.

Una vicenda giudiziaria complicata 

La vicenda giudiziaria legata al 2 agosto 1980 è ancora oggi incredibilmente discussa.

I gradi di giudizio che si sono susseguiti nel tempo risultano estremamente poco chiari.

Dopo il primo del 1987, gli indagati vengono infatti totalmente assolti nel 1990 causando dissenso, rabbia e sconforto in parenti e amici delle vittime.

Sarà infatti proprio l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 – costituita il 1° giugno dell’anno successivo – ad avere un ruolo fondamentale nella ricerca della verità.

La sentenza definitiva della Corte di Cassazione si raggiunge solo il 23 novembre del 1995, con la condanna all’ergastolo degli esecutori dell’attentato e una pena di 10 anni a Licio Gelli, Francesco Pazienza, Pietro Musumecci e Giuseppe Belmonte, per depistaggio delle indagini.

Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, riconosciuti come gli esecutori dell’attentato si sono sempre dichiarati innocenti, rivendicando però molti altri omicidi di quegli anni. Anni dopo anche Luigi Ciavardini viene condannato a trent’anni per la medesima colpa.

Nel 2022 rimangono ignoti i mandanti dell’esplosione del 2 agosto 1980.

2 agosto 1980: Bologna non dimentica

2 agosto 1980

Nel 2017, il terrorista Gilberto Cavallini viene rinviato a giudizio per concorso di colpa. Approfittando di questa ulteriore riapertura del caso viene richiesta una perizia sui reperti storici della stazione, ancora conservati. Primo tra tutti quello che sembrerebbe essere l’interruttore della bomba.

Gli scenari possibili sono, di conseguenza ancora numerosi.

Ma cosa sappiamo oggi veramente della Strage di Bologna?

Quello che sappiamo oggi è che il Parlamento non ha ancora discusso la legge di iniziativa popolare per l’abolizione del Segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo consegnata al Senato il 25 luglio 1984 e corredata da circa 100.000 firme.

Quello che sappiamo oggi è che il 2 agosto 1980 la prima ambulanza è arrivata nel luogo della strage appena due minuti dopo l’accaduto.

Quello che sappiamo oggi è che le lunghissime catene umane di passanti, ferrovieri e tassisti che trasportavano feriti e macerie, quella mattina di agosto, parevano vere catene di acciaio, salde, irremovibili, instancabili.

Quello che sappiamo oggi è che furono decine le macchine private utilizzate per il trasporto di vittime e feriti, facendo la spola fra Stazione e ospedali.

Quello che sappiamo oggi è che l’orologio della Stazione rimane fermo alle 10.25 del mattino come i cuori di chi, quel 2 agosto 1980, ha perso, aiutato, salvato e atteso qualcuno.

Fonti:

Rai Cultura

Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980