In una realtà globalizzata come quella attuale, i paesi necessitano di dinamismo.

Il capitale umano acquisisce via via più importanza, come dimostrano i recenti investimenti delle imprese negli ambiti di educazione e sanità, riservati ai loro dipendenti.

La preoccupante problematica della “fuga di cervelli” sta danneggiando non poco le aziende, piccole o grandi che siano.

Potenziali risorse eccellenti scappano ogni anno dalla loro terra, in cerca di situazioni più appaganti altrove, dimostrando un’importante falla nel sistema lavorativo nazionale.

Tale fenomeno viene definito “brain drain vs brain gain“: scopriamolo insieme.

brain drain vs brain gain

Brain drain: l’origine del termine 

Brain drain è un termine coniato dalla Royal Society durante il dopoguerra europeo, per descrivere la migrazione di uomini di scienza verso il Nord America.

Con il passare del tempo, ha iniziato a fare riferimento a tutte quelle persone che si sentono costrette a lasciare il proprio paese per migliori prospettive di vita e carriera.

I salari esteri risultano infatti molto più soddisfacenti, così come i contratti, le procedure di assunzione e le agevolazioni.

Di conseguenza, le entrate si riducono notevolmente, l’innovazione  si frena e i progressi tecnologici rallentano.

Le conseguenze del fenomeno 

brain drain vs brain gain

Spesso i lavoratori migranti non consumano il denaro guadagnato nel paese ospitante ma lo spediscono ai propri famigliari, affievolendone difficoltà e disagi.

Infatti, i più si dichiarano intenzionati a sfruttare al massimo le opportunità di lavoro all’estero per poter tornare nella propria terra, con più risorse possibili.

Il risultato del brain drain vs brain gain è – quindi – un’insoddisfazione condivisa.

Se le menti brillanti scappano dal proprio paese d’origine è anche vero che vi spendono gran parte delle loro risorse. Di conseguenza, persino i “paesi ospitanti” sperimentano una perdita da non sottovalutare, investendo su una forza lavoro basso spendente.

Uno studio del SEDEC ha analizzato dettagliatamente la situazione in Europa, individuando le best practices necessarie per risolvere il problema. Il punto chiave sul quale si concentra questo elaborato, pone un focus sulla giusta valorizzazione dei giovani e delle loro capacità.