Secondo l’Unione Europea le smart cities sono “un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese”.

Effettivamente, la prerogativa della smart city è proprio l’elevato livello di connettività. 

I numerosi sensori di cui è costellata sono infatti in grado di raccogliere grandi masse di dati. Addirittura, gli oggetti che ne fanno parte, si scambiano informazioni grazie alle tecnologie IOT.

Le smart cities sono, di fatto, realtà urbane che gestiscono le risorse evitando gli sprechi e diventando autosufficienti ed economicamente sostenibili.

L’obiettivo, proprio come per la digitalizzazione delle imprese, è semplificare la vita delle persone, rispettando, allo stesso tempo, il mondo che le circonda.

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Una rete di infrastrutture al servizio del benessere dei cittadini

Tuttavia, le smart cities non si limitano a spingere esclusivamente sulle innovazioni tecnologiche.

Al contrario, vogliono istruire il mondo a concepire le città come infrastrutture efficienti dal punto di vista energetico e al servizio del benessere dei cittadini.

Consci di tali opportunità, il 28% dei comuni italiani ha avviato almeno un progetto in merito alle città intelligenti nell’ultimo triennio, per rientrare nel piano di transizione ecologica.

Il 33% dei comuni, con il sostegno del PNRR che prevede oltre 10 miliardi di finanziamenti, vuole investire nelle città intelligenti entro il 2024.

Smart cities: Bologna è la terza in Italia

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Secondo l’indagine I City Rank 2021, il numero delle smart cities italiane è in forte crescita.  Sono 41 le città che nel 2022 hanno raggiunto un livello significativo di digitalizzazione, 25 in più rispetto alle 16 dell’anno precedente.

Dopo Firenze e Milano, Bologna si colloca al terzo posto per efficienza delle misure e infrastrutture progettate per renderla tale.

La Dotta ha fatto proprio il concetto di MaaS (Mobility as a Service), un’idea di mobilità che sfrutta l’interazione di più servizi di trasporto – pubblici e privati – ai quali l’utente finale accede attraverso un’unica e semplice app.

Così, avendo la possibilità di usufruire di mezzi sostenibili e multimedali, i cittadini possono scegliere come spostarsi liberamente, senza dover ricorrere all’utilizzo dell’auto privata.

Del resto già dal 2018, il capoluogo emiliano aveva adottato il PUMS, Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, pensato per cambiare la mobilità non solo nel centro storico ma anche in tutta l’area urbana circostante.

Si tratta del primo approvato in Italia a livello metropolitano e ha l’obiettivo di arrivare al 2030 con una riduzione del 40% delle emissioni di gas serra da traffico.