Giovedì 16 ottobre, nel suggestivo spazio del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, si è svolto il convegno promosso da Horsa: “Cyber Resilienza: come governare il rischio digitale tra tecnologia, geopolitica e impresa”.

L’appuntamento, organizzato con il sostegno dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale, ha riunito studiosi, professionisti e imprese per affrontare un tema che oggi è al centro della trasformazione globale: la cyber resilienza.

Non si tratta di una competenza ormai acquisita, ma di un processo in costruzione, che richiede ancora di essere pienamente integrato nelle strategie industriali, nella formazione e nelle politiche pubbliche. La capacità di prevenire, reagire e adattarsi agli eventi digitali critici non è solo una questione tecnologica: è una mentalità nuova, che coinvolge persone, organizzazioni e territori.

Nel corso dell’incontro si è riflettuto su come l’innovazione – dall’intelligenza artificiale all’automazione industriale – stia ridefinendo gli equilibri economici e sociali, generando al tempo stesso nuove opportunità e nuove vulnerabilità.
In questo contesto, la cyber resilienza emerge come una competenza collettiva ancora in fase di maturazione, da costruire giorno per giorno attraverso collaborazione, consapevolezza e cultura digitale condivisa.

cyber resilienza

Le voci dell’evento: esperienze, visioni e casi concreti

L’incontro ha offerto un ampio ventaglio di prospettive, dall’accademia alle imprese, dal settore assicurativo alla ricerca internazionale.

Tra i relatori: Francesca Giovannini (Harvard Kennedy School – Belfer Center), Michele Colajanni (Università di Bologna), Marco Taisch (Politecnico di Milano), Andrea Cobelli (CAMST) e Gianmarco Luiso (Chubb Italia).
Ognuno ha portato una visione complementare sul significato di cyber resilienza oggi: un concetto che attraversa l’economia, la geopolitica e la vita delle organizzazioni, richiedendo un approccio condiviso e multidisciplinare.

Si è discusso di sovranità digitale, di tecnologie predittive e di come la collaborazione tra pubblico e privato possa diventare la vera chiave per rafforzare la sicurezza dei sistemi industriali e informativi.
Attraverso esperienze concrete, gli interventi hanno mostrato che la resilienza non è una condizione statica, ma un processo continuo, fatto di competenza, consapevolezza e innovazione.

Memoria e innovazione: la resilienza come cultura condivisa

Nel contesto del Museo del Patrimonio Industriale, luogo che racconta la storia della produzione e del lavoro, la riflessione sulla cyber resilienza ha assunto un significato ancora più profondo.
Le macchine e le invenzioni del passato dialogano idealmente con le tecnologie digitali del presente, ricordandoci che ogni progresso nasce da un equilibrio tra memoria e innovazione.

La cyber resilienza, oggi, non è solo una strategia tecnica, ma una forma di responsabilità collettiva. Significa proteggere infrastrutture, conoscenze e persone, promuovendo al tempo stesso fiducia, cooperazione e visione a lungo termine.

In questo senso, il convegno promosso da Horsa ha rappresentato un momento prezioso di confronto tra discipline, un ponte tra la cultura industriale e la trasformazione digitale in corso.