Quella della disuguaglianza di genere è una problematica con la quale conviviamo da sempre.

Il passare del tempo, la scolarizzazione, l’integrazione e l’evolversi della società sono mezzi potentissimi per combatterla ma non sufficienti.

Secondo il Rapporto tematico di Genere presentato recentemente dall’Università di Bologna, l’occupazione lavorativa trascende dai meriti e dalla buona rendita universitaria.

Le conclusioni del resoconto di AlmaLaurea ci portano a riconsiderare le passate – e apparentemente mai superate –  riflessioni sulla parità di genere.

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Disuguaglianza di genere e impiego: non è il merito a determinare l’occupazione 

“Laureate e laureati: scelte, esperienze e realizzazioni professionali” è il primo resoconto tematico di genere redatto dal Consorzio Universitario AlmaLaurea.

Il report, presentato venerdì 28 gennaio all’Università di Bologna, dimostra quanto i meriti scolastici significhino ben poco quando uomini e donne si candidano per la medesima posizione.

La disuguaglianza di genere esiste ed è evidente” grida il rapporto, presentato e moderato da quattro professioniste del settore: Cristina Demaria, Marina Timoteo, Aurelia Sole e Marcella Gargano.

Il rapporto ha il compito di approfondire l’insieme delle informazioni in possesso dell’Università, per analizzare le scelte formative e gli esiti occupazioni.

I risultati sono ancora sconvolgenti: la rendita scolastica delle giovani donne è eccezionale ma non sufficiente per aspirare agli sbocchi occupazionali desiderati.

Una radicata disuguaglianza di genere è l’unica spiegazione a una controversia tanto illogica.

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Disuguaglianza di genere: investire nell’educazione e nell’istruzione 

Cerchiamo però di concentrarci anche sui grandi passi avanti che ha compiuto la nostra società, grazie alla scolarizzazione e all’educazione.

La disuguaglianza di genere brulicherà anche nel mondo lavorativo ma non demotiva le ragazze che vogliono intraprendere l’esperienza universitaria.

In Italia, le donne costituiscono infatti il 60% dei laureati.

Uno dei dati più interessanti riguarda l’appartenenza delle studentesse a nuclei familiari non particolarmente agiati.  L’università è accessibile a tutti, basta volerlo e impegnarsi al massimo. 

Il Rapporto di AlmaLaurea prende infine in considerazione le aspettative delle laureate e dei laureati, riguardo alle loro future occupazioni.

Le donne esplicitano una forte attenzione verso la stabilità lavorativa e all’attualità sociale, così come alla pertinenza agli studi svolti.

A questo proposito, il report ha evidenziato quanto a medesime aspettative non corrispondano medesimi risultati.

La disuguaglianza di genere si amplifica proprio quando i neo-laureati che ricercano guadagno e carriera, riescono a ottenerli molto più facilmente delle donne.